Il luogo dove ora sorge il Cimitero anticamente apparteneva all’Eremo di Fonte Avellana ed era occupato dalla Chiesina di Santa Lucia.
Acquistato successivamente dai Cerasi di Roma, come tutti gli altri possedimenti della zona appartenenti all’Eremo, venne da lui concesso per seppellire nel 1855 i numerosi morti per l’epidemia di colera.
Essendo diventata la chiesina fatiscente, i Roncitellesi si batterono affinché diventasse cimitero comune.
Per questo essi offrirono gratuitamente il loro lavoro.
Roncitelli e Montignano sono le uniche Frazioni di Senigallia ad avere un loro Cimitero.
All’interno di esso sono ancora visibili antiche tombe.
Nel 1748 il Parroco di Roncitelli don Domenico Bernabei commissionò al geometra Bolognese Giuseppe Ghelli l’esecuzione di un Cabreo, ovvero un disegno riguardante le possessioni della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista di Roncitelli.
Il Cabreo misura 37×47 cm. circa, rilegato in pesante cartone con costola in pelle, consta di 52 pagine.
In esso vengono “delineate” 7 Possessioni in 7 fogli, di ognuna di esse sono descritti i vari corpi di terra che la compongono.
I 7 disegni sono vivacizzati da colori pastello (verde per le coltivazioni, rosa per le case, giallo per le strade) mentre quelle dei corpi di terra sono monocromi.
In sintesi le Possessioni sono 7 ed i campi 26.
Descrizione del Campo di San Giovanni dove sorgeva l’antica Pieve
Inizio Cabreo
Prima Possessione di San Giovanni
(Casa colonica di Boldreghini Firmino ora appartamenti
Il castello di Roncitelli sorge tra la fine del Duecento e la fine del Trecento.
Prima del 1200 nel territorio di Roncitelli si afferma un nucleo centrale a cui fa riferimento il Castello di Rupoli, probabilmente ubicato nella zona di S. Lucia per la presenza di ben tre Chiese coeve legate allo stesso toponimo. Il castello fu fatto costruire dal conte Gottiboldo di Senigallia e andò distrutto nel 1200, assieme a quello di Agliano posto nel territorio di Ripe, nelle lotte scatenatesi tra Gottiboldo e una lega di città aspiranti all’indipendenza.
La sua difesa è affidata attorno al 1350 dai Malatesta a Filippuccio di Tano Baligani di Jesi.
Nel 1350 ne prende possesso il Cardinal Legato Egidio Albornoz inviato da Papa Innocenzo VI in Italia per restaurarvi il potere della Chiesa, dopo un lungo periodo di lotte tra Guelfi e Ghibellini. In questa occasione viene nominato Capitano del castello Cicchino di Giunta di Roncitelli. Egli ha il compito di amministrare la giustizia e di mantenere l’ordine pubblico. Nel 1489 il territorio di Roncitelli viene censito per ordine del duca Giovanni della Rovere, unitamente al resto di quello senigalliese. Da tale Catasto rustico risultano 74 proprietari elencati in ordine alfabetico con il nome di battesimo e il patronimico (nome del padre) che poi spesso diventerà il cognome.
A parte figurano i Beni della Chiesa di San Giovanni.
Anche la Comunità del luogo possiede alcuni beni e gode di una certa autonomia.
Nel 1539 si istituisce la chiesa di San Sebastiano e Fabiano e Santa Maria della Fonte: cioè, con il permesso del Vescovo, sceglie un sacerdote che funge da Rettore e svolge le funzioni religiose delle due chiese, usufruendo dei beni legati ad esse. Il Rettore abita in una casa detta l’Ospedale, che è alloggio e ricovero dei pellegrini poveri di passaggio, ai quali sono riservate d’obbligo due stanze.
Alla fine del 1500, all’epoca della visita pastorale del Vescovo Ridolfi, la vecchia parrocchia di S. Giovanni posta sul monte omonimo, è ormai quasi abbandonata per la sua distanza dal Castello, e i sacramenti vengono somministrati nella chiesa di S. Sebastiano. Questa, ampliata, diventerà parrocchiale nel 1703; verra poi totalmente ricostruita nel 1871 per interessamento di Pio IX. Nel Castello risiedono le famiglie facoltose, senigalliesi e non, per curare i loro interessi legati a grossi possedimenti terrieri. Tra queste figurano i Mastai, gli Ambrosi, i Pasquali, i Ramponi, i Cesarini, i Benedetti.
1818
TABELLA DELLE CONTRADE DENTRO IL CASTELLO
In seguito alcuni possedimenti costituiscono case di villeggiatura in campagna, del cui splendore oggi non resta quasi più nulla.
I primi documenti relativi a Roncitelli risalgono agli inizi del Mille, quando il paesaggio naturale delle Marche cambia: a seguito di un graduale processo di crescita demografica si procede ad un intenso dissodamento e ad un ampliamento delle aree coltivate alle spalle dei centri abitati.
Roncitelli comincia ad essere citato all’inizio del Mille in documenti appartenenti per lo più all’eremo di Santa Croce di Fonte Avellana che avrà la maggior parte e la più ricca dei suoi possedimenti nel comitato di Senigallia, con centro Monterado.
In questi documenti Roncitelli è chiamato anche Trenciano, Campo Bozzoli, Galuppeto e Monte Loreto. Spetta allo storico Alberto Polverari il merito di aver identificato il nome di Galuppeto con quello di Roncitelli facendo riferimento alla stessa etimologia: campi roncati, cioè disboscati.
Tuttavia Roncitelli in questi documenti viene citato come “fondo”, non come abitativo organizzato. Con l’avvento dei Franchi, quando Senigallia fu affidata ai marchesi di Ancona e poi concessa ad un “comes” (conte = funzionario) che favorì gli insediamenti nella campagna circostante, i vari “fondi” cominciarono ad assumere una propria autonomia sociale e religiosa a causa delle difficoltà di comunicazione tra le varie zone.
È significativo il fatto che tra il X e il XIII secolo nel territorio di Roncitelli compaiono numerose chiese, andate distrutte nel tempo, centri appunto di queste forme di autonomia locale.
Mappa del territorio di Roncitelli con l’ubicazione delle chiese andate distrutte nel tempo